mercoledì 18 novembre 2015

Festa di compleanno della Princess ma il cuore è sempre ballerino..

Il 16 novembre, con un ritardo programmato di 5 giorni, c'è stata la festa di compleanno della mia bambina: 9 anni. Erano settimane che ci lavoravo su affinché riuscisse come lei desiderava e, spero, sia stato così, Il tema era New York e il glamour.
E' stato divertente...alla fine.
Inizialmente ero un pò preoccupata perché avere 17 bimbe scatenate in uno spazio contenuto dopo 8 ore trascorse in classe poteva essere esplosivo. Ma invece è stato davvero bello e divertente!
Io al termine ero alla frutta ma... felice.
Il fatto è che non ho più le energie di prima. Mi stanco molto più in fretta e, quando sono stanca, tutto mi sembra impossibile.
La base della torta l'ho fatta...quattro volte!
La prima (che era una prova) è venuta benissimo. Poi quando l'ho fatta per...farla, le 10 uova si sono ammutinate e non hanno montato per nulla...
La terza volta è venuta benissimo. Bella alta, soffice. Ma quando l'ho inumidita con la "bagna" di acqua zucchero ed arancia, per paura che rimanesse asciutta, l'ho letteralmente INZUPPATA tanto da renderla inutilizzabile (impossibile ricoprire con pasta di zucchero una torta che...fa acqua da tutte le parti"!).
Al quarto tentativo è andata. 40 uova in tutto. Senza contare la torta più piccola per il "secondo piano": per fortuna quella è venuta perfetta anche al secondo round e, memore dell'errore..., non l'ho inzuppata.
Entrambe le ho farcite a due strati con due farciture diverse: crema/panna montata e gocce di cioccolato fondente uno strato e crema di mascarpone/zabaione/panna montata e gocce di cioccolato per l'altro. E poi mi sono sbizzarrita nella decorazione.
Ma dopo metto le foto...

Sono state giornate in cui ho pensato tanto.
Per questo non ho scritto nulla.
Avevo quasi timore di mettere nero su bianco il turbinio di emozioni che mi si avvicendavano dentro.
Anche perché mia madre e mio marito hanno detto in giro di questo mio blog.
E mi sono bloccata.
Prima mi sentivo nell'anonimato, come se scrivessi su un diario segreto. Ora mi sento...scoperchiata!
Lo so, lo so... è assurdo.
Un blog è per definizione un luogo aperto a tutti, creato proprio per confrontarsi...
Ma io pensavo che sarebbe stato letto (peraltro FOOOOORSE)  da persone lontane e sconosciute.
Invece il pensiero improvviso che possano leggerlo persone che mi conoscono e mi vedono...
è un pò come se mi venisse levata via la maschera che indosso ogni giorno del "si, si sto bene" per rivelare come sto realmente.
Un pò maluccio...
Ma chissà. Forse l'effetto terapeutico che da il titolo al mio blog starò proprio in questo...svelarsi, piuttosto che nello sfornare dolci.
Non lo so.
La strada è lunga.
E non è in discesa!
work in progress!!

secondo piano piazzato!

secondo piano decorato... si continua

FINITA!

Torta di prova: la prima volta!




martedì 27 ottobre 2015

Non posso sfornare. Non ho il tempo

Oggi non ho il tempo per fare nulla di quel che mi piace fare.
Il lavoro (professionale e domestico) mi inghiottono e mi viene una voglia irresistibile di scappare via.
E' da stamane che sento un qualcosa dentro muoversi, dapprima lento e poi via via sempre più veloce.
Sembra che spinga per uscire.
Ma siccome non so cosa sia, né che danni possa fare, lo tengo a bada. Non si sa mai.
Mentre pranzavo, da sola perché ancora nessuno era rientrato (chi da scuola, chi da lavoro), facendo zapping qua e la alla tv, mi sono imbattuta in un episodio di Parenthood V, un serial americano che narra delle vicissitudini di una famiglia con tanti fratelli tutti diversi, per temperamento e scelte di vita, e delle rispettive famiglie...
In questo episodio alla moglie del fratello "più saggio e posato" hanno diagnosticato un tumore al seno e deve essere operata. Niente mastectomia ma soltanto l'asportazione del piccolo tumore e del linfonodo sentinella.
Tutta la famiglia le si stringe attorno: genitori, figli, nipoti, cognati e cognate... anche il marito. Sembra debba affrontare un qualcosa di immenso.
L'intervento va bene ma dall'esame di quanto prelevato rilevano una piccola metastasi al linfonodo ed una particolare malignità delle cellule tumorali e le consigliano la chemioterapia.

Anche il mio tumore era aggressivo. E molto esteso. A me hanno tolto tutto il seno perché era impossibile asportare unicamente il tumore: 8 cm di cui 1/3 infiltrante.
Due linfonodi asportati: uno con micrometastasi. L'altro sano.
Non hanno voluto prescrivermi la chemio (anche se era decisamente nell'aria) ma una terapia che mi ha mandato in menopausa all'età di 41 anni e iniezioni e pasticche di inibitori dell'aromatasi per 5 anni.
Gli estrogeni che girano nel mio corpo devono essere annientati.
Poi si vedrà.
Qui a Sassari mi hanno detto che sono altissime (se non certe) le probabilità che anche il seno sano venga colpito. tanto è vero che avrebbero voluto togliermeli entrambi contemporaneamente.
A Milano hanno optato per una via più conservativa.
Staremo a vedere, dicono. Non è detto... faremo i controlli...

Eppure nonostante tutto questo mi sento ancora in dovere di dire "sto bene, sto bene".
Tutto ok.
Tutto passato.
Si, si.
Tutto passato.
Adesso c'è soltanto il brutto ricordo.
Si, si.
L'importante è poterne parlare.
Bisogna guardare avanti.
Si, si.
Tutto bene.


Ma forse tutto bene non va.
Forse tutto bene non va se quando mi sdraio di lato mi sento un pallone schiacciato sotto l'ascella.
Forse non tutto va bene se quando mi guardo allo specchio (col quale non ho mai avuto un gran rapporto) e vedo... quel che vedo, vorrei riavvolgere il nastro e ritornare a quando...
A quando?
Sono confusa.
Ma vorrei riuscire ad essere come quella del telefilm: vorrei credere che quello che sto passando e che ho passato è una cosa seria; ma il mio senso di inadeguatezza e la rabbia che provo non me lo consentono.
E così mi sento soltanto una bambina viziata che non riesce a rimboccarsi le maniche e che si crogiola nel suo malessere senza reagire.

Anche adesso mentre scrivo: sento che il seno mi tira. Che il muscolo è teso e che dovrei cancellare tutto quello che ho scritto perché sbaglio a lamentarmi.
Sono viva, no?
Volendo, posso fare qualunque cosa, no?

Meglio salvare e spegnere prima che quella cosa che da stamattina si agita dentro me non decida di fare un salto fuori.
E, giuro, non so proprio cosa sia.



lunedì 26 ottobre 2015

Compleanno ed onomastico del consorte: quando ogni scusa è buona.

Il 20 ottobre scorso era il compleanno ed il 24 ottobre l'onomastico. Di mio marito.
Quale scusa migliore per sfornare altri innalzatori di glicemia?
E così è stato.
Per il compleanno ho provato con una torta pannosissima con fragole. Di quelle tutte sbilenche ma che fanno molto shabby chic.
Per l'onomastico ho sperimentato la Mud cake (torta di fango) che ho farcita con crema chantilly classica e kiwi fresco e ricoperta con ganache al cioccolato fondente e...biscottini alitalia portati da mio papà di ritorno dalla Francia.
Una bomba.
Non solo per il gusto ma anche per l'apporto energico: soltanto starle vicino fa innalzare l'insulina!
Ma ne avevo bisogno.
Mi sto anche cimentando nella preparazione del bozzetto per la torta di compleanno stile NY che mi ha chiesto la mia adorata bambolina. Vediamo un pò.
Peccato che dentro di me non vi sia nè panna, nè fragole, ne kiwi fresco.
Forse sarei più serena.
Dentro di me deve esserci un composto piuttosto contorto fatto di 1/4 di paura, 1/4 di tristezza, 1/4 di stanchezza ed 1/4 di voglia di buttare tutto all'aria.
Strano che ancora non mi sa uscito del fumo dalle orecchie... perchè sento tutto ribollire.
plof plof plof.

Ieri notte mentre cercavo invano di addormentarmi (nonostante mi sentissi stanca da morire), con gli occhi chiusi, cercavo di pensare a qualcosa che mi facesse stare bene; qualcosa che mi...calmasse.
Ma l'unica immagine che mi passava continuamente era quella di un fiore che sboccia ma al contrario.
Non so se riesco a spiegarmi: presente quei filmati, accelerati, di fiori delicatissimi che da bocciolo, piano piano si aprono e allungano i loro petali al sole?
Provando a guardarlo al contrario cosa ne verrebbe fuori? Un fiore che si chiude in senso stesso, si increspa sino a sparire tra le foglie....
Ecco: questa era l'immagine che continuava a pararsi davanti ai miei occhi, chiusi.
Come quando si da fuoco ad un foglio di plastica che si raggrinzisce tutto sino a diventare una pallina dura e nera.
Insomma una sensazione di avviluppamento.
Va così.
A parte impastare dolci e vederli crescere dentro il forno per poi prendere forma e colore con creme e decorazioni... E' da qualche mese che l'unico desiderio che ho è quello di raggomitolarmi su me stessa stretta stretta e dormire. Senza dover dire nulla, giustificarmi di nulla, pensare a nulla.

Ma la vita va avanti e non si può.
Ieri a tavola, durante la cena, ho proposto uno sciopero da mamma e moglie per questa settimana.
Mi hanno guardato tra il preoccupato e lo scherzoso.
L'unica che mi ha preso sul serio è stata la mia piccola bambolina che mi ha dato subito la sua approvazione.
E stamane quando, dopo averli svegliati, ho detto loro che la colazione era già pronta, la mia principessina mi ha guardato sorpresa e mi chiesto: "E lo sciopero?".
Allora l'ho abbracciata forte forte, le ho baciato le guanciotte morbide ed ancora calde di sonno e le ho detto che dall'amore per i figli non si va mai in vacanza, né si fa sciopero.

Anche quando tutto sembra impossibile ed anche vestirsi e guardarsi allo specchio diventa un'impresa ciclopica.
Quest'ultima cosa, però, non gliel'ho detta.

pannosissima torta sbilenca

compleanno pannoso

panna dentro panna fuori panna dappertutto!
morbidosa...


MUD CAKE ignuda
Biscottini Alitalia...

Mud  cake farcita e decorata 









domenica 18 ottobre 2015

Il tempo passa, il tempo vola...

Naaaaaaaa.... era il 27 settembre l'ultima volta che ho sono passata da queste parti!
Come vola il tempo.
Diciamo che sono state settimane impegnative sotto vari aspetti.
Inutile dire che il lato psicologico è stato il più travolgente. Non sono stata affatto bene.
Moooooolto volubile e fragile.
Molto.
Potrei anche dire "troppo".
Ho sfornato parecchio (nelle foto il frutto dei raptus) ma l'effetto taumaturgico stavolta non è stato quello sperato.
Ho impastato, farcito e decorato come se fossi stata sotto l'effetto di sostanze stupefacenti più che come risposta ad un vero piacere.
Era un po'come se soltanto avere del burro tra le mani e della farina, latte, zucchero sparsi qua e la mi facesse sentire completa.
Assenza di un baricentro.
Ecco: ultimamente ho serie difficoltà a reperire un baricentro stabile e duraturo.
Mi sento sempre come su una zattera in mezzo ad onde impetuose.
Un attimo prima sono su... un attimo dopo giù...

Pazienza. Saranno gli ormoni.
Sarà che sto mangiando disordinatamente.
Sarà che mi sento come dopo la terza media; dopo la maturità; dopo la laurea.
Un criceto che corre come un pazzo nella sua ruota sena rendersi conto (o forse sì, qualcuno glielo ha mai chiesto?) che si sta affannando terribilmente senza tuttavia andare da alcuna parte.
Che non si sta spostando neppure di un millimetro...

Insomma non so di preciso quale sia la ragione (ammesso che ve ne sia soltanto una), ma i risultati non sono edificanti.

A parte quello che sforno: ecumenicamente apprezzati da amici e familiari, i miei dolci sono una piccola certezza in un panorama di punti interrogativi e puntini di sospensione.


Ho sfornato anche cosette salate.
E poi torte torte torte torte... un delirio.


Oggi invece non ho sfornato: ho fatto un tiramisù.
(Ho provato a far leva sul nome...)
Ma niente foto. Non mi hanno neppure dato il tempo: se lo sono divorato























domenica 27 settembre 2015

E' passata una settimana in apnea. Respirone....

Non mi sembra vero. Riesco di nuovo a sedermi davanti a questo pc senza dover fare disamine, relazioni di accompagnamento, ricerche...
Mi tremano quasi le mani. Sento che ho i minuti contati. Sono quasi le 19.30 e dopo aver passato la giornata a sistemare casa, riorganizzare, stirare, studiare ed interrogare le fonti storiche... posso dedicare questi minuti a me.
Ma che agitazione. Continuo a battere sui tasti sbagliati e devo ritornare indietro mille volte per correggere gli strafalcioni.
E' una settimana che non inforno e sforno alcunché. Mi sento colma di stress e vorrei che perlomeno oggi fosse ancora sabato per poter dire che ho ancora tutto domani per fare quello che mi piace. Ma non è così. Domani è lunedi e la settimana che mi si presenta è allucinante.
Sono agitata.
"Stop. Pensa positivo, Francesca. Prova a rilassarti. Goditi questo momento.Vivi il presente, il momento. Altrimenti esplodi".
Discorsetto fatto. Non funziona granché ma ci provo sempre.
La torta cioccolatosa per il compleanno di mio papà l'avevo fatta ed alla fine posterò le foto.
Volevo fare qualcosa di più entusiasmante ma un po' il timore del giudizio di mia suocera, un pò il poco tempo a disposizione (ma va?), alla fine ho virato sul cioccolato col quale difficilmente si sbaglia. Ma non era una torta al cacao "qualsiasi": era proprio fatta con le tavolette di cioccolato fondente fuse, burro, farina di mandorle, moooolte uova... Insomma dalle mie parti si direbbe una torta "teccia" (forte, "con gli attributi").
E' piaciuta anche ai bambini nonostante non fosse particolarmente dolce.

Quanto alla pasticcera amatoriale (ossia la scrivente) la settimana appena passata è stata dura. Una grande stanchezza mi ha colto impreparata diverse volte, facendomi sentire inadeguata e fragile.
Poi un po' il riposo, un po' le corroboranti parole delle mie due note fans, della mia fantastica fisioterapista, i baci della mia piccola e gli abbracci del mio ometto mi hanno riportato coi piedi per terra riuscendo a farmi sentire meno sbagliata del normale. E mi hanno dato coraggio.
Ho davvero bisogno di essere incoraggiata.
Questo per me è un momento di grandi cambiamenti e affrontarli da sola mi vien difficile soprattutto con tutti gli ormoni in subbuglio!
Per esempio, adesso, sono seduta qui alla mia piccola scrivania, nel mio piccolo studiolo, nella mia piccola mansarda, alzo gli occhi e guardo fuori dalla piccola finestra. E vedo un cielo GRANDE.
Ha un colore prezioso che non riesco a descrivere. Un colore intenso e delicato al tempo stesso. Su di esso si stagliano le sagome scure delle piantine di gerani e di timo sul muretto del terrazzo che lo rendono più vicino ed...umano.
Vorrei che mi abbracciasse e che mi dicesse "stai tranquilla, tutto si sistemerà".
Mi sentirei meno vulnerabile.
Ma se sollevo di nuovo lo sguardo, vedo che si è fatto più scuro e che già le sagome si confondono con esso.
E mi sento di nuovo un po' sola. E piccola come la mia piccola finestra sul cielo

.




domenica 20 settembre 2015

Alla fine non una lacrima ... ma un budino alla ricotta e mandorle al profumo d'arancia!





Alla fine neppure una lacrima è riuscita a cadere giù.
Ma quanto è difficile piangere?
Incredibile.
La stanchezza non è passata...ma la testardaggine di guardare avanti e di non darla vinta... alla "me di prima" mi ha portato di nuovo davanti al forno.. et voilà!
Non lacrime ma budini!
Ecco il mio nuovo motto.
Sfogliando una rivista sono incappata in questa ricettina e mi sono lasciata coinvolgere...
Nelle foto manca lo sciroppo di miele e succo di arancia che si versa sopra al momento di servire.
L'ho proposto ieri sera a cena dai miei genitori, con i miei suoceri, e, devo essere sincera, non mi pare abbia riscosso un gran successo.
A me è piaciuto da matti! Ma io sono strana, si sa.
Forse è che, rispetto alla ricetta, ho messo per errore 100 gr di miele in più...
Ma io non credo sia stato un errore. Credo sia stata la necessità di dolcezza a spingere la mia mano...

Tagliandolo a fette presentava un cuore morbido e cremoso.
Mmmhhh...
Ne avessi adesso una fetta!
Ma l'ho lasciato da mia mamma per evitare di cadere in tentazione!
Domani ho già in programma una torta per i 71 anni di mio padre e l'onomastico del mio bimbo più grande. Sto pensando a qualcosa di moooooolto cioccolatoso.
Di quei dolci che non appena un cucchiaio degli stessi giunge in bocca, le papille gustative, normalmente di forma circolare, assumono una fisionomia a cuore e le terminazioni cerebrali iniziano a mandare segnali ed imput tali che ti viene voglia di abbracciare tutti e di perdonare anche quelli che... non hanno apprezzato il tuo budino alla ricotta!!!!

Ricettina?
E ricettina sia...:
Ingredienti:
300 gr di ricotta
300 gr di miele
200 gr di mandorle amare
100 gr di mandorle
2 amaretti
2 cucchiai di pangrattato 
olio q.b.
succo di arancia
Procedimento
Accendete il forno a 160 gradi.Questo dolce io l'ho fatto col Bimby... che mi ha aiutato soprattutto  per tritare le mandorle.Una volta tritate tutte le mandorle, aggiungete la farina precedentemente setacciata.Sempre nel Bimby (o in una impastatrice/planetaria), aggiungete tutto il miele e, una alla volta, le uova.Fate sempre girare girare girare, di modo che tutto si amalgami bene.Quando il composto è perfettamente liscio, lo versate in uno stampo da budino precedentemente imburrato (o meglio unto con olio evo) e cosparso di pangrattato.Infornate per 45 minuti.Quando sarà cotto (e ve ne accorgerete col classico ed intramontabile sistema dello stecchino),sfornate.Io l'ho servito con una sorta di sciroppo fatto con il miele scaldato nel quale ho aggiunto del succo d'arancia.Una gioia del palato!!!(almeno per me...).

Volevo comunicare un pensiero i miei lettori più affezionati (DUE: mia mamma e mia cugina, cioè le mie sole fantastiche lettrici...) che voglio loro molto bene.
Sono speciali. Mi sostengono in questo difficile e catartico percorso, spronandomi a non sentirmi in colpa se ciò che prima stava in alto ora sta in basso e ciò che prima era a destra ora è a sinistra. Insomma a non sentirmi in colpa se mi viene una improvvisa voglia di indossare un paio di scarpe con fantasia scozzese e un trucco verde bosco iridiscente.
A non aver paura se alcune delle mie certezze di un tempo scivolano via tra le mie dita e non riesco, perchè non voglio..., più raccoglierne ma anzi sto lì a guardarle cadere con un certo sollievo.
Grazie!

Ed ora do un bacio alla mia bimba che è qui accanto a me perché ogni volta che la guardo penso al film INSIDE OUT ed è come se vedessi GIOIA saltellare e piroettare nella mia mente!

mercoledì 16 settembre 2015

Oggi sono alla frutta

Oggi sono alla frutta.
Ma non quella che si mette a tavola a fine pasto e che fa tanto bene alla pelle...
No. La frutta frutta.
Quella che se ti dicono "scusa potresti alzare un attimo il dito mignolo?" a te viene da guardarli con sguardo implorante e con la bocca secca e la voce impastata rispondi:"Cheeeeee? ma sei fuori???".
Ecco. Oggi mi sento così.
Sarà l'afa che non fa respirare.
Sarà la seconda iniezione di Decapeptyl che mi ha tramortito (già la prima mi ha fatto un effetto! Per maggiori info chiedere a chi mi sta attorno).
Sarà il pranzo "della festa" (...) dai miei suoceri che mi ha letteralmente annientata.
Ma adesso ho difficoltà a tenere gli occhi aperti. Mi bruciano. Ho le braccia pesanti ed anche respirare è faticoso; tanto è vero che mi ritrovo spesso in una inconsapevole apnea e allora faccio dei gran respiri che mi fanno quasi girare la testa!
Forse l'effetto boomerang della malattia si sta facendo sentire.
Due mesi fa mi sentivo una forza immensa: avrei potuto affrontare il mondo intero.
Oggi invece mi sento stanca.
Provata.
Forse perché, passata la bufera, ora occorre tornare alla normalità. Ed io non mi sento pronta. La mia testa è altrove. Il mio corpo sta ancora lottando, silenziosamente, ma con gran fatica.
Vorrei riuscire a buttarmi tutto alle spalle.
Vorrei riuscire a sorridere quando mi guardo allo specchio e vedo quel che vedo.
Vorrei riuscire a non sentirmi una mamma di serie B quando abbraccio la mia piccola e sento che il suo visino tenero urta contro il mio seno rigido... che prima l'accoglieva morbido morbido.
Vorrei non sentirmi in colpa quando realizzo che non sono più quella di qualche mese fa.
Perché non lo sono più. Posso anche sforzarmi di crederlo e di farlo credere.
Ma non lo sono più.
Forse ho soltanto bisogno di riposare.
E magari di fare qualche cosa di dolce, soffice, profumato e caldo.
Ma oggi no.
Oggi mi prendo un po di tempo per me.
E se noterò che qualche lacrima scivola giù,  non la asciugherò ma la lascerò cadere.
Perché forse è arrivato anche il momento di piangere.


martedì 15 settembre 2015

Finisce sempre tutto a tarallucci e vino



Della serie... "finisce sempre tutto a tarallucci e vino"!
Ed infatti ecco la lietissima sorte che hanno avuto i miei dolcetti di domenica sera (ai quali ho aggiunto in extremis una crostata soffice alla marmellata di fragole, preparata -cottura in forno inclusa-  in poco meno di trenta minuti: una rivelazione!)
Nonostante il gran caldo, l'accogliente giardino della mia zietta Fillj (da qui il nome della mia bambina che spesso appare in foto perché, da quando è nata, è in "fase" - e chiamiamola fase...- PATELLA. Dove io sono lo scoglio, obviously) ha saputo regalarci una serata davvero rilassante, con nonni paterni di Napoli, Giuseppe e Margherita, nonni di Alghero, Fabiola e Vanni, e varie amiche.
Tutti rigorosamente a fare ginnastica di ganasce e denti.
Un vero successo.
Queste sì che sono soddisfazioni.
Ieri anche l'amico del mio Matteo (la patella più grande) ha apprezzato infinitamente i miei donuts, facendosene fuori uno svariato numero.
Bravo. Così mi piacciono i ragazzi: dritti alla meta!
Ieri, però non sono riuscita a sfornare alcunché. Troppo presa dal lavoro ufficiale e dalle mille faccende domestiche.
Mi piace fare le cose di casa. Mi piace riordinare, stirare...
mmmmhh.
Basta.
Pochino...
Già.
Ora però devo smetterla di scrivere (e questo mi piace quasi quanto fare i dolci e leggere) perché stanno arrivando i miei suoceri e voglio allestire qualcosa di carino giù in salotto.
Vorrei tanto facesse freddo perché adoro prendere il tè nelle tazzine leggere leggere di porcellana, con tanti friabili shortbreads, davanti al caminetto scoppiettante...
Ma siamo già in un'altra storia.
E ve la racconterò a tempo debito.


Ecco la ricettina della torta col cuore morbido di marmellata:
Ingredienti:
120 gr di farina 00
120 gr. di burro
120 gr d zucchero semolato
2 uova
1 pizzico di sale
marmellata al gusto preferito
zuccheri a velo

    Procedimento:
    Innanzitutto accendete il forno a 180 gradi e mettetevi avanti col lavoro!
    In una planetaria montare il burro precedente ammorbidito con lo zucchero: deve diventare spumoso spumoso! Aggiungere le uova uno alla volta. Continuare a mescolare: tutto deve continuare a essere spumeggiante.
    Aggiungere la farina setacciata, piano piano ed il pizzico di sale.
    Niente lievito!!
    Non me ne sono dimenticata. Non serve perchè il dolce si gonfierà grazie alla pazienza che avrete avuto nel montare bene bene bene bene burro zucchero e uova.
    A questo punto versate meta de composto in una tortiera (io ho usata una teglia per crostata) imburrata oppure ricoperta di carta forno.
    versate sopra il composto la marmellata con un cucchiaio: mettetene equamente dappertutto lasciando però i bordi liberi. Aggiungete infine l'altra meta del composto della torta sopra.
    Infornate e cuocete per circa 25/30 minuti.
    Sfornate e non appena non sarà più da ustione... cospargetela di zucchero a velo come se non ci fosse un domani!  

sabato 12 settembre 2015

Quando il caldo è esagerato

Niente... Ieri il caldo ha avuto il sopravvento anche sulla mia voglia di sfornare.
Sino a tarda sera l'umido e le temperature agostane mi hanno annientata. Non è stata una giornata semplice. Ho cercato di reagire ma ogni tanto la sensazione di smarrimento e di estrema stanchezza hanno avuto la meglio.
Perché se proprio devo guarire la mia anima... Devo innanzitutto essere onesta con me ste stessa ed ammettere che il contraccolpo dei mesi passati si sta facendo sentire...
Già.
Ed anche prepotentemente. Cosa sarà mai successo?
Non so se sia il caso di parlarne perché non mi piace fare "pietismo" ma, mi ripeto, se voglio guarire bene bene dentro, credo sia giusto lasciare che tutto scivoli via da me prima possibile. Perlomeno quando mi sembra sia giunto il tempo. E questo mi sembra il momento giusto.
Respirone.
Il 29 maggio mi hanno diagnosticato un tumore al seno. Il 2 luglio ho fatto la mastectomia. Ed il 19 agosto ho iniziato la terapia.
Ahhhhhh....
Altro respirone.
Dai che poi non era neppure così difficile.
Dovevo dirlo prima o poi o qualcuno mi avrebbe decisamente segnalata alla neuro notendo le mie tendenze omicide al solo sentire Cocciante urlare da un'autoradio a volume alto in una giornata di afa (beh...a dire il vero sfido io chiunque a... Ma lasciamo stare!)

Si. Credo che questi avvenimenti abbiano un po alterato il mio equilibrio interno. Che già era alquanto compromesso di suo.

La terapia ormonale poi diciamo che "leggera leggera tranquilla tranquilla" non è.
Mi sento in un vortice di emozioni contrastanti che mutano di ora i ora nell'arco della giornata destabilizzandomi non poco.
Meno male che c'è il forno.
Ma col caldo neppure quello riesce a quietare questi sbalzi di umore.
Oggi però devo riuscirci.
Chi l'ha dura la vince.
Così dicono.



Ecco.
Stamattina giù in cucina c'era un po più di fresco e sono riuscita a "tirar fuori" i miei donuts alla vaniglia spennellati al burro fuso e fatti rotolare allegramente nello zucchero.
Allego le foto delle varie fasi non a scopo didattico ma perché è proprio questo crescere, modificarsi, trasformarsi... Che amo dei dolci e, in particolare, dei dolci lievitati da forno.
Penso che rispecchino un po la vita.
E mi inteneriscono.



















Istinto omicida

Buongiorno gente! Mi trovo in auto (ferma...! Niente paura!) e siccome sono in attesa che mia madre faccia un paio di commissioni ho pensato di scrivere un po.
Fa un caldo eccezionale per essere già a metà settembre!
Io, da come il mio "squilibrio"  psicofisico reagisce ogni volta che c'è sole e caldo, credo fermamente che il mio vero nome si Franziska Lobranoff e che la mia terra natia sia la Romania. Ma quella profonda...
Per intenderci ... Quella del noto Conte con evidenti problemi ortodontici.
Il caldo mi abbatte.
Il sole splendente produce in me un istinto omicida.

Io voglio vivere tra le brume.
Non dico sempre sempre. Ma almeno quel tanto da arrivare a DESIDERARE il caldo!!!

Sorvoliamo perché altrimenti strozzo questo signore che, parcheggiato davanti a me, tiene l'auto radio a palla come se tutti gradissero ascoltare Cocciante che urla e si lamenta sulle note di un pianoforte.

Basta. Devo cucinare qualcosa di dolce. Ma con sto caldo accendere il forno è un suicidio.
Magari posso fare qualcosa che richieda lunghe lievitazioni e accendere il forno stasera quando un po di fresco - almeno un po - giungerà ad alleggerire questo caldissimo 12 settembre.
Dei donuts alla vaniglia...
Mmmmh... Mi hanno dato una ricettina tutta da sperimentare...
Mmmmh.... Non vedo l'ora di rientrare a casa!!!


Ingredienti per circa 10 Donuts:
320 gr di Farina di Grano Tenero
160 ml di Latte
30 gr di Burro
80 gr di Zucchero
1 Uovo
1 cubetto di Lievito Fresco (di Birra)
Una spolverata di Noce Moscata
Un pizzico di Sale
Ricetta:
Impastare tutti gli ingredienti in polvere (farina e zucchero) nella planetaria. Nel frattempo far sciogliere il lievito in un po di latte tiepido. Aggiungervi il burro e farlo sciogliere. Mettere il composto liquido un pò alla volta nella planetaria e mescolare. Aggiungere l'uovo ed il latte rimanente.



Ne verrà fuori un impasto appiccicoso ma liscio.


Mettiamolo in una ciotola molto capiente e lasciamolo lievitare al caldo sino a che raddoppierà il suo volume.



Una volta raddoppiato, l'impasto sarà soffice e si vedranno le bollicine della lievitazione al suo interno.
Lo stendiamo sul tavolo precedente infarinato sino a che otteniamo un spesso di mezzo centimetro. Facciamolo delicatamente!! Altrimenti le preziose bollicine interne ... scoppiano e...addio morbidezza!



Con una tazza o un bicchiere o, se siete molto organizzate, un vero e proprio coppapasta, coppiamo tanti cerchietti: tanti quanti ce ne escono! 
Con un coppapasta più piccolo (o un bicchierino da liquore come ho fatto io...), coppiamo ogni cerchietto al centro per fare delle vere e proprie ciambelle.


 Adagiamo tutte le ciambelline su una leccarda precedentemente ricoperta di carat forno. Lasciamole lievitare ancora...


 Diventeranno cicciottine cicciottine e morbide al tatto. 
Così:







Quando li vediamo che stanno diventando così...(ci vorrà un'oretta forse: dipende molto dalla temperatura che c'è in casa),
accendiamo il forno a 190/200 gradi. 
Quando sarà sufficientemente caldo, inforniamo i donuts per una decina di minuti circa: saranno pronti quando la superficie sarà bella dorata.


Infine, una volta sfornati...Spennelliamoli  con del burro fuso e cospargiamoli di abbondante  zucchero semolato

 .

Buon appetito!!!