Come vola il tempo.
Diciamo che sono state settimane impegnative sotto vari aspetti.
Inutile dire che il lato psicologico è stato il più travolgente. Non sono stata affatto bene.
Moooooolto volubile e fragile.
Molto.
Potrei anche dire "troppo".
Ho sfornato parecchio (nelle foto il frutto dei raptus) ma l'effetto taumaturgico stavolta non è stato quello sperato.
Ho impastato, farcito e decorato come se fossi stata sotto l'effetto di sostanze stupefacenti più che come risposta ad un vero piacere.
Era un po'come se soltanto avere del burro tra le mani e della farina, latte, zucchero sparsi qua e la mi facesse sentire completa.
Assenza di un baricentro.
Ecco: ultimamente ho serie difficoltà a reperire un baricentro stabile e duraturo.
Mi sento sempre come su una zattera in mezzo ad onde impetuose.
Un attimo prima sono su... un attimo dopo giù...
Pazienza. Saranno gli ormoni.
Sarà che sto mangiando disordinatamente.
Sarà che mi sento come dopo la terza media; dopo la maturità; dopo la laurea.
Un criceto che corre come un pazzo nella sua ruota sena rendersi conto (o forse sì, qualcuno glielo ha mai chiesto?) che si sta affannando terribilmente senza tuttavia andare da alcuna parte.
Che non si sta spostando neppure di un millimetro...
Insomma non so di preciso quale sia la ragione (ammesso che ve ne sia soltanto una), ma i risultati non sono edificanti.
A parte quello che sforno: ecumenicamente apprezzati da amici e familiari, i miei dolci sono una piccola certezza in un panorama di punti interrogativi e puntini di sospensione.
Ho sfornato anche cosette salate.
E poi torte torte torte torte... un delirio.
Oggi invece non ho sfornato: ho fatto un tiramisù.
(Ho provato a far leva sul nome...)
Ma niente foto. Non mi hanno neppure dato il tempo: se lo sono divorato

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