Oggi sono alla frutta.
Ma non quella che si mette a tavola a fine pasto e che fa tanto bene alla pelle...
No. La frutta frutta.
Quella che se ti dicono "scusa potresti alzare un attimo il dito mignolo?" a te viene da guardarli con sguardo implorante e con la bocca secca e la voce impastata rispondi:"Cheeeeee? ma sei fuori???".
Ecco. Oggi mi sento così.
Sarà l'afa che non fa respirare.
Sarà la seconda iniezione di Decapeptyl che mi ha tramortito (già la prima mi ha fatto un effetto! Per maggiori info chiedere a chi mi sta attorno).
Sarà il pranzo "della festa" (...) dai miei suoceri che mi ha letteralmente annientata.
Ma adesso ho difficoltà a tenere gli occhi aperti. Mi bruciano. Ho le braccia pesanti ed anche respirare è faticoso; tanto è vero che mi ritrovo spesso in una inconsapevole apnea e allora faccio dei gran respiri che mi fanno quasi girare la testa!
Forse l'effetto boomerang della malattia si sta facendo sentire.
Due mesi fa mi sentivo una forza immensa: avrei potuto affrontare il mondo intero.
Oggi invece mi sento stanca.
Provata.
Forse perché, passata la bufera, ora occorre tornare alla normalità. Ed io non mi sento pronta. La mia testa è altrove. Il mio corpo sta ancora lottando, silenziosamente, ma con gran fatica.
Vorrei riuscire a buttarmi tutto alle spalle.
Vorrei riuscire a sorridere quando mi guardo allo specchio e vedo quel che vedo.
Vorrei riuscire a non sentirmi una mamma di serie B quando abbraccio la mia piccola e sento che il suo visino tenero urta contro il mio seno rigido... che prima l'accoglieva morbido morbido.
Vorrei non sentirmi in colpa quando realizzo che non sono più quella di qualche mese fa.
Perché non lo sono più. Posso anche sforzarmi di crederlo e di farlo credere.
Ma non lo sono più.
Forse ho soltanto bisogno di riposare.
E magari di fare qualche cosa di dolce, soffice, profumato e caldo.
Ma oggi no.
Oggi mi prendo un po di tempo per me.
E se noterò che qualche lacrima scivola giù, non la asciugherò ma la lascerò cadere.
Perché forse è arrivato anche il momento di piangere.
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