Finiti 6 fotolibri di rito per tutto il cucuzzaro di nonni, zii e per noi.
Fatti i gingerbreads e le palle di neve al limone per i pacchetti.
Travasata la crema al limoncello.
Scritti i mille bigliettini di auguri (sono grafomane: come faccio a non inviare ancora i biglietti d'auguri?)
Infiocchettati tutti i pacchetti da distribuire alle tante care persone che ogni anno mi aiutano a destreggiarmi tra visite, ospedali, esami e analisi vari...
Terminate (o quasi) le cure antibiotiche (con applicazione ogni 4 ore 😰) e successive vaccinazioni di cane e gatti.
Fatti tutti gli esami per il check up trimestrale ("news not very good" ma su questo non posso farci realmente nulla).
Adesso non ho più scuse (sì, certo, avrei altre mille cose da fare ma cerco di non pensarci perché altrimenti mi alzo subito dal pc e corro a prendere prima lo swiffer e poi l'agenda).
Nell'attesa della prossima infusione di Caelyx...
SCRIVO.
In questi mesi ho desiderato tanto farlo ma c'era sempre un buon motivo per rimandare, non da ultimo le notizie sull'esito della chemioterapia che stavo facendo e che, ahimè, non ha sortito l'effetto desiderato: nuovi "secondarismi" (come sono delicati nei referti nel dare i nomi alle cose brutte ...: decisamente meglio di "metastasi" effettivamente) sia la fegato, che alle ossa e... new entry, anche ai polmoni, mi hanno portato a procrastinare perché sono stata spesso sballonzolata da un esame ad un altro.
Da un mese ho la nuova chemio. Speriamo bene...
Ma non è soltanto questo. Il fatto è che sovente mi capita di aver timore dei miei pensieri. Tuttavia credo anche che, alla fine, non esprimerli sia un po' come mettere la testa sotto la sabbia: i pensieri restano e tu ti ritrovi semplicemente con la bocca piena di fastidiosissimi granellini!
Il mio pensiero più frequente è quello di non farcela ad esserci per aiutare i miei figli a "sistemarsi" o, quantomeno, ad imboccare la strada giusta per il loro futuro. Per il più grande un minimo di tracciato c'è ma per l'altra? E' così piccola e piena di mille timori e dubbi!
Ma cerco di scacciare questo pensiero perché non porta a nulla. Mi rimbocco le maniche e cerco di sistemare tutto per tempo facendo le cose un po' come se fosse l'ultima occasione per farle. Anche questo Natale lo sto vivendo un po' così: ho visto troppe persone andarsene nell'arco di poco tempo per non valutare l'ipotesi che questo possa essere il mio ultimo Natale.
Fermi: il dolore mi preoccupa enormemente ma confido nella medicina in questo.
Devo essere onesta, non mi spaventa il non esserci più in termini assoluti. Mi terrorizza non esserci più "per loro".
Però forse questo aiuta a vivere tutto con maggiore intensità.
La vita è stata, ed è, molto generosa con me ma non le sono particolarmente attaccata, forse perché ne vivo più il peso (responsabilità e doveri) che non l'aspetto leggero e meraviglioso che molti decantano!
Sicuramente la malattia da ragazzina ha messo radici dentro di me facendomi sempre più identificare in lei quasi io fossi il mio tumore e, senza quello, non fossi alcunché.
Perché poi, una volta guarita, un "disturbo" me lo sono creato. Quasi non potessi vivere senza. E, ahimè, ancora mi accompagna ma ci convivo.
Credo sia un modo molto comune il definirsi con la propria malattia: spesso sento pazienti dire "dottoressa io sono un triplo negativo"...
Anche io tendo a sovrapporre me stessa e ad identificarmi talmente tanto alla mia malattia che sono giunta alla conclusione che lei sono io ed io sono lei. Ciò in cui sono veramente brava: essere malata e accettare tutto quello che ne deriva. Non è da tutti. Pertanto credo che sia realmente un talento. Ed io ce l'ho. Ma se levo via la mia malattia cosa resta?
Se penso a me senza la malattia... vedo poco. Poca sostanza, capacità nella media. Risultati concreti un po' al di sotto, della media intendo.
Nell'essere malata invece sono veramente brava.
Sinceramente.
Ed è per questo che a volte (può apparire una bestemmia ma devo scrivere tutto quello che mi passa per la testa altrimenti mentirei a me stessa) ho quasi paura di guarire: cosa sarei io senza la malattia?
Ma intanto il "rischio" di un epilogo simile dubito di correrlo.
E così mi arrabatto tutti i giorni nel tentativo di lasciare tutto a posto per quando no ci sarò più. Spero di lasciare un buon ricordo. Ecco perché faccio sempre i fotolibri dell'anno appena trascorso: vorrei che i miei nipotini mi conoscessero almeno così.
E adesso basta con i pensieri allegri 😅😂😆. Devo pulire gli occhietti a Lancillotto e mettergli la pomatina. Poi c'è ancora Biscotto che ha bisogno di un po' di antibiotico. Per fortuna Ulisse è ok (incrocio le dita e tocco ferro) e Iyashi è uscito con lo zio Fabio (santo subito) a fare il giretto serale...
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Lancillotto e IYashi |
Filli è uscita con le amiche. Lello è al telefono col papà. Matteo è sul Flixibus in rotta per Bologna da Eindhoven (17 ore di bus: gli hanno cancellato il volo all'ultimo minuto... momenti di panico ma abbiamo trovato la soluzione per fortuna!) e ci raggiungerà domenica per trascorrere il Natale assieme.
Voglio che sia un Natale speciale.
E comunque vada sarà un bellissimo ricordo!