Ci siamo. Il 10 novembre tanto agognato è arrivato: si parte per l'Irlanda! Ovviamente ho l'ansia. Adesso un po' meno ma fino a un'ora fa mi sentivo come una lepre inseguita da un cinghiale affamato.
Una volta fatte le valige, è un po' come aver scelto che fare del prossimo futuro, come chiudere un capitolo e...ahhh. Respirare.
Eppure resta ancora qualcosa di sospeso: le valige, rispettivamente, di mio marito e di mia figlia.
Lui continua a girarmi attorno cercando maglie e pullover invernali che non ricorda più dove ha messo. Peccato che abbiamo fatto i biglietti soltanto il 29 agosto... quindi un po' di tempo per cercarli l'avesse avuto (poco poco). Ma con lui vige la regola dell'ultimo minuto. E mi mette in uno stato di agitazione perché inizia a chiedere a me dove possano essere. E sale e scende e mette un casino in giro quando io, prima di partire, vorrei tanto lasciare la casa in ordine in modo da ritrovarla così (più o meno data la permanenza in situ del maggiorenne e dei tre gatti) anche al mio rientro e non dover iniziare a ciabattare sin da subito.
La ragazza. Beh, la ragazza è un vero incubo. Perché lei, testuali parole, deve avere "un outfit per ogni occasione". Quindi non vale la regola "due maglioni due pantaloni tante mutande e calze"... ma:
Gli abbinamenti.
La location.
L'umore.
Instagram...
E allora che si fa? Non essendo ancora Frate Indovino, non so esattamente che tempo farà ora dopo ora... Genericamente in Irlanda PIOVE. E si cammina. Sotto la pioggia, spesso. Ma anche al chiuso. E al chiuso nei paesi settentrionali si schiatta di caldo perché tengono il riscaldamento come se dovessi sentirti sempre ai Caraibi. Come si fa allora?
A cipolla. Ci si veste a cipolla.
Ma questa tecnica atavica
sembra non adattarsi alla quindicenne fashion addicted. E allora sale il panico e la tanto antica quanto insopportabile frase adolescenziale prende forma tra le sue labbra: "Non ho nulla da mettermi".
Ed esce fuori il lupo che è in me.
Io mi occupo di tutto il "valigiame" comune: dal disinfettante, alle forbicine, alle pinzette, agli analgesici e fermenti lattici. Guanti. Snacks per il viaggio. Caricatori cellulare! Cotton fioc e cerotti: sì, anche quelli. Perché quando li metto se la ridono poi quando arriviamo... "ma non li hai portati?"
E i documenti. Tutti i biglietti da viaggio andata e ritorno con allegati moduli per il covid che neppure mi stessi accingendo a fare la circumnavigazione del globo durante la peste. Fogli con le prenotazioni dei luoghi da visitare, dove soggiornare e...
Tutto.
Ma si sa. Ogni viaggio è un'avventura. La mia è già iniziata e la mia mente troverà riposo soltanto quando mi siederò sulla mia poltroncina sull'aereo e il comandante dirà: cabin crew prepare for take off, please.
Ed io, tra me e me, "fingers crossed!"
Mi sembra vedervi😂😂😂😂
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