E' quasi trascorso un anno e, come si dice, ne è passata di acqua sotto i ponti...
Tanto per iniziare la mia salute sta andando a farsi benedire. Per l'ennesima volta. Ma questo è il meno.
Maggio 2015 tumore al seno.
Maggio 2021 metastasi ossee.
Giugno 2022 metastasi ossee ed epatiche.
Ora sono sotto chemioterapia per infusone, dopo un anno di chemioterapia per via orale che, a occhio e croce, non è servita a molto.
Sto già perdendo i capelli e per evitare l'effetto swiffer me li sono fatti tagliare cortissimi in via preventiva, stile kiwi (o burich per i locali).Se tanto mi da tanto, chissà cosa mi riserverà Maggio 2023? Sono proprio curiosa.
Oggi sono stanca.
Ho fatto l'infusione avant'ieri (la seconda del secondo ciclo... ho ancora altri 4 cicli e mezzo al traguardo) e mi ha preso una botta di sonno che inizialmente ho contrastato perché avevo da troppe cose da fare ma che alla fine sono stata costretta ad assecondare perché non mi reggevo in piedi.
Mi da una rabbia sentirmi così.
Tra l'altro avevo un tremolio interno come quello che spesso accompagna l'ansia. E un desiderio profondo di non fare più nulla e terminare la mia vita spalmata su un divano mangiando nutella e guardando serie tv.
Sì, credo si chiami sconforto. Ed a volte mi prende in un modo che anche tutta la mia buona volontà di vedere sempre positivo non riesce a farvi fronte e s'inginocchia con le mani alzate, palmi aperti e testa china.
Poi bisogna sempre alzarsi.
Ma che fatica.
Intanto dovrei bruciare il mio iPhone. O meglio dovrei uscire da tutti i social che hanno il dannato potere di far nascere in me il sentimento dell'invidia come quei fiori che si vedono sbocciare con Timelapse: repentini e inquietanti.
E' corrosiva l'invidia.
Provi a scacciarla via ma basta una goccia per scavare un buco dentro che quando provi a sanarlo lascia sempre il dolore della carne viva.
Brutta cosa. Guardi le altre sorridenti e svolazzanti e poi pensi a te. Quasi calva, pallida, attaccata ad una flebo e che fa entra ed esci dagli ospedali ormai da anni. Che si sente più a proprio agio in un reparto oncologico con le infermiere che in un locale in centro a chiacchierare con le amiche.
Niente. Oggi sono proprio adirata.
Ma dicevo che la mia salute è il meno.
Fa parte dell'arredamento della mia vita ormai.
Prendere o lasciare.
(che tentazione...)
Durante questo anno ho preso un cane. Una rivoluzione che ha sconvolto ogni ora della mia giornata che ormai non mi appartiene quasi più e che è motivo di liti e di tensioni familiari più di un tradimento coniugale.
Penso di regalarlo un giorno su due ma poi lo guardo. Lui mi guarda, e cado in uno stato catatonico di amore infinito e mi dico che è la cosa più dolce che mi potesse capitare.
Altra novità. Il mio figlio maggiore ha preso il volo per l'Olanda. Università. Bene. Questa è la cosa più positiva tra tutte perché è sempre uno in meno e, viste le mie energie un po' risicate, è cosa buona e giusta.
Io vorrei soltanto avere il coraggio di pensare a me.
Pensare a me.
Mi crea imbarazzo soltanto scriverlo.
Mi sento in colpa al solo ipotizzare ad una svolta simile nella mia vita. PENSARE A ME.
Come se scriverlo in maiuscolo potesse rendere l'idea più accettabile.
Basti pensare che avevo deciso che avrei ripreso a scrivere esattamente il 28 giugno scorso quando l'oncologa mi ha detto che avrei fatto la chemioterapia "classica" e che quindi avrei avuto bisogno di riposo e di tranquillità e che avrei dovuto dedicarmi più a me stessa...
Oggi è la prima volta che scrivo.
Ed oggi ho dovuto attendere di crollare per sdraiarmi a letto.
E le altre volte lo faccio soltanto il venerdì dopo la chemio perché l'antistaminico che mi iniettano la mattina mi da una botta che mi atterra sino al pomeriggio inoltrato.
Nella quotidianità non ci riesco.
Vorrei avere il coraggio di riprendere ad allenarmi (un po') ma penso che gli altri (la mia famiglia in primis che, in linea di massima, ha continuato a vivere esattamente come quando ancora "non avevo nulla") penserebbero che quindi NON ho DAVVERO NULLA. Senza capire che per me allenarmi significa sentirmi più simile al normale.
Ma che allenarsi richiede energia e forza. Ed io da qualche parte devo prenderla.
Ma non ho il coraggio di levar via la quantità richiesta dalla mia già scarsa riserva che sento di dover dedicare alla casa e a tutto il resto che mi circonda. Cane incluso.
Che lusso sarebbe staccare la spina per un po'.
Meglio che termini qui perché mentre scrivo sto già iniziando a muovere la testa a destra e sinistra in senso di diniego, da sola. Come a rimproverarmi anche del solo aver onestamente pensato che a volte staccare la spina sarebbe tanto bello e mandare tutto affanculo sarebbe tanto bello e liberatorio.
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