Credevo che oggi sarebbe stata la giornata perfetta. Era iniziata bene: risveglio naturale (o quasi, perché Ulisse, lo scottish fold, deve sempre far presente che esiste con i suoi insistenti e "simpaticissimi" miagolii mattutini); mamma e papà che, di ritorno dalla Messa del mattino, fanno un salto da me per un caffe ed una fetta di torta frolla e nutella (non una delle mie migliori performance visto che sembra più un biscottone - anche un po' duretto - che una frolla vera e propria: diciamo che è perfetto per l'inzuppo selvaggio); pulizie domestiche forti, di quelle settimanali dove raschio tutto il raschiabile; almeno quattro bucati (togli e metti dalla lavatrice alla asciugatrice) ed infine il pranzo (avevo già una mezza idea di cosa preparare e quindi ero tranquilla: ci avrei messo poco perché, fatta eccezione per i dolci, ODIO profondamente cucinare).
Ero un po' stanca ma sapevo che avrei potuto riposare un po'.
Ma il pomeriggio è stato un calando. L'umore di parte della famiglia non era al massimo e, nonostante io cercassi di tirare su il livello di endorfine e serotonina tra le sinapsi dei cervelli presenti, anche qui il risultato è stato molto simile alla frolla con Nutella. Un mezzo disastro.
Ho letto e riposato con il pensiero proiettato nel pomeriggio che mi attendeva per fare ciò che desideravo fare, almeno nella seconda parte della serata: prima dovevo stirare la montagna di biancheria creatasi con l'attività mattutina e poi, FINALMENTE, blog e tapis roulant.
Ma non è andata così.
Tutto è iniziato con il coniuge taciturno e sbuffante che ha acceso la mia spia di guardia "bip bip bip: malumore ingiustificato in arrivo". Poi la figlia con problemi di matematica, a suo dire, incomprensibili. Lì il livello di guardia si è fatto "giallo". Ho provato ad aiutarla ma dinnanzi a me avevo le Porte Scee: invalicabili. Poi il francese, con gli esercizi che erano "troppi, troppi, li faccio dopo". Ho provato un paio di volte a propormi con pazienza poi l'embolo è partito anche a me. E a lei le lacrime. ALLARME ROSSO.
Il mio cuore pertanto si è fatto minuscolo: un pugnetto sufficiente giusto per un paio di respiri. Avrei voluto farle tutti i compiti del mondo. Quelli presenti, futuri e anche quelli passati, se necessario. Pur di vederla serena e sorridente. Ho provato ad abbracciarla mentre le lacrime le rigavano il suo bel visino che ancora porta i contorni morbidi dell'infanzia appena terminata. Ma non voleva.
"Mi alzo la mattina solo per voi, per te e per nonna che siete le uniche che tenete a me" sussurra.
Ho acceso la ghirlanda di lucine nel terrazzo, mentre il tramonto colorava il cielo di rosa, per darle quella serenità che queste cose sono in grado di dare a me. Ed un po' ha funzionato. Poco. Molto poco. Ma ha finito di piangere, almeno.
I figli. Un dono tanto prezioso quanto fragile.
Come mi devo comportare? Io non so più cosa sia giusto e cosa sia errato nell'educazione e nel rapporto con i miei figli.
Non credo nella severità tout court. Ma neppure nel genitore amico anche se questo può consentire al figlio di aprirsi con maggiore disinvoltura e con minore paura di essere giudicato. Non mi si parli della via di mezzo perché è una utopia: l'unico risultato è apparire schizofrenica. Un attimo prima mamma tigre e quello dopo chioccia. Che credibilità ne avrei?
Io allora annaspo.
Nuoto a cagnolino nel mare della quotidianità. Niente stile libero, né farfalla, né delfino.
Agito le braccia e batto i piedi cercando di raggiungere il traguardo e toccare terra col minor danno possibile. Ma sarà così?
Ogni mia parola, ogni mio gesto, ogni mio rimprovero, ogni mio sbotto, come si ripercuoteranno domani sui miei figli? Quanto incideranno sul loro futuro? Sul loro approccio alla vita? Agli altri? Lasceranno delle ferite alcune mie parole dette senza neppure crederci ma solo sull'onda della esasperazione?
Sono sicura di aver già fatto tanti danni e non vorrei farne altri ma non so come fare.
Vorrei che a giustificarmi bastasse l'aver agito in buona fede. Ma non è così.
E niente.
Oggi va così. Sono quasi le otto di sera.
Non ho stirato, non ho fatto il tapis roulant ma sono riuscita a buttare giù queste righe che spero siano in grado di alleviare almeno un poco la tristezza che sento dentro nel vedere i miei figli soffrire, anche per cose apparentemente stupide.Ringrazio Biscotto che è qui vicino a me da quando mi sono seduta, acciambellato come lui solo sa fare.
Ringrazio il cielo che sta diventando di un misterioso blu cobalto che mi ricorda tanto il colore del fondale che usavamo nel presepio quando ero bambina e che mi faceva sognare con la sua stella cometa e le stelline tutte cosparse di brillantini.
Ringrazio il profumo di mare e di umido che viene da fuori mescolato a quello della legna bruciata delle pizzerie qui attorno.
Ringrazio perché domani ci sarà concessa un'altra possibilità per imparare. Migliorare.
E per realizzare i nostri sogni.
Come posso commentare? Sono parte delle 'matrioske' che compongono la mia attuale famiglia. la matrioska più vecchia. E anche io vorrei risolvere i problemi di chi amo (e magari anche quelli di altri che amo di meno). E anche io faccio quello che posso, ma credo che il domani mi farà ripetere gli stessi errori di ieri e di oggi. E i figli (in questo caso i nipoti) cresceranno 'nonostante' i miei (nostri) errori di genitori. E mi affido, tentennante, a Lui.
RispondiEliminasi fa quel che si pote...
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