martedì 5 ottobre 2021

Una preghiera spontanea

Era da un po' che non ritornavo in questo mio piccolo rifugio. Ci sono stati momenti in cui avevo quasi un tremolio alle mani dal bisogno che avevo di scrivere ma poi c'era sempre qualcos'altro che mi distraeva  o mi impegnava e dovevo rimandare. Oggi ho un pomeriggio decisamente più soft e posso permettermi questo lusso.

La temperatura esterna pare stia calando e l'autunno sembra finalmente essere alle porte con i suoi colori ambrati e caldi e i suoi profumi confortanti di legna arsa, terra, aria fresca e lapis appena temperate.

Lo scorso weekend sono stata in un posto magnifico e mi sono ritrovata spesso a pregare senza un motivo preciso se non quello di una lode di ringraziamento che saliva alle labbra senza quasi accorgermene.

La Natura può essere davvero stupefacente.

Non so se sia mai capitato ad altri ma a me viene come una vertigine, una sensazione di completezza e di pace che mi fa desiderare di essere esattamente lì dove mi trovo e di non aver bisogno di altro.

E allora penso che questo sia il Paradiso che ci attende. La perfezione della pace interiore che non chiede altro perché altro non potrebbe desiderare: è tutto lì. 

Mi accade anche in momenti meno "alti", ad esempio quando, dopo una serata a fare pulizie, ramazzare, strofinare, impastare, infornare e sfornare... la casa è finalmente ordinata. 

Accendo alcune candele e le mie lampade da lettura. Nell'aria aleggia un buon profumo di biscotti appena sfornati e i miei gatti sono acciambellati qua e là. 

Tutto sembra essere esattamente dove deve essere. Tutto ha un senso preciso ed io mi ci calo anima e corpo e ritrovo quella serenità che normalmente è così difficile da afferrare.

Peccato che l'incanto spesso venga interrotto da un senso di colpa che si insinua prima nel cuore e poi nella mente e che mi fa percepire come una egoista che non pensa al prossimo e che si crogiola nel suo orticello.

Mi chiedo allora chi è che mi parla in quel momento frantumando la mia serenità appena conquistata.

La coscienza? Dio? L'educazione? 

Non lo so. Ma è una voce chiara, dolce ma ferma. 

E non è possibile ignorarla. 

Allora vorrei aprirmi, aiutare chi sta male, chi soffre ma sento le gambe instabili, le braccia pesanti e le mani deboli. La sensazione che non ce la posso fare. La rabbia e la frustrazione di sentire quella voce e di non avere il coraggio di seguirla.

E mi nascondo dietro la mia malattia. Dietro una famiglia da seguire. Dietro la stanchezza...

Prego che la mia fede cresca e che questa voce non si stanchi mai di spronarmi perché magari un giorno avrò la forza di alzarmi e di ascoltarla sino in fondo.











In considerazione del fatto che questo blog nasce dall'idea che sfornare può esser terapeutico... ecco i miei ultimi biscotti che hanno riscosso grande successo e che sono semplicissimi da fare e ottimi da gustare così, nature, o sbriciolati in un soffice yogurt bianco o inzuppati in un profumatissimo tè al bergamotto.


Lascio il link perché le ricette non sono mai "farina del mio sacco" (mai espressione fu più azzeccata!) e alcune foto del mio piccolo paradiso domestico con i biscotti avena e noci pecan in primo piano.









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