Porc... miser... credevo che anche stasera sarei stata fagocitata dal tempo tiranno. Ma no.
E che diamine! Eccomi qui seduta.
E che diamine! Eccomi qui seduta.
Seduta. Ah....
Inesorabile, mi raggiunge Lancillotto per venire a piazzarsi nel suo posticino preferito. Sta guardando il display. Ancora non sale sulla tastiera.
àùn ------------------------------------------------------------IU
Evidentemente è salito sulla tastiera. Quelli di sopra sono versi battuti direttamente dalle sue zampette.
Ora mi fissa. Non sa che fare: sedersi o non sedersi?
Il cassetto. Ha deciso di sdraiarsi dentro il cassetto della scrivania sulla quale c'è il pc sul quale sto scrivendo. Fusa...
Tutto regolare.

Ora se monsciù me lo consente, posso iniziare a scrivere qualcosa che abbia un senso compiuto (o, perlomeno, quasi...)
Volevo affrontare il drammatico argomento del frigo vuoto. Più una sindrome. Quasi come quella del "nido vuoto" che si verifica quando i propri figli lasciano casa.
Io ho quella del "frigo vuoto". Forse quella del nido la sperimenterò tra un po' d'anni (anche se, da come sembra si stiano mettendo le cose da queste parti, ho il vago timore che quella che dovrò affrontare sarà piuttosto la sindrome del "nido sovraffollato").
Ma torniamo al frigo.
Quasi tutti i giorni faccio la spesa. Di regola in mattinata. A volte si tratta di una spesa più abbondante. Altre meno. Ma di riffa o di raffa compro quasi quotidianamente del cibo.
Al rientro sistemo tutto, tra scaffali/dispensa (poca roba) e frigo/freezer (la maggior parte).
Arriva l'ora di pranzo. Si mangia.
Arriva l'ora di cena... IL FRIGO E' VUOTO!!
Ma come è possibile???
Perché mangiamo tutto? No. Non mangiamo tutto. Io preparo soltanto una portata a pasto (in genere un primo a pranzo + frutta e un secondo a cena + frutta). Allora perché quando arriva l'ora del pasto serale il frigo risulta inesorabilmente vuoto?
Guardo dentro i casse
rrtlò.-ll-----------------------------------mnj
(Lancillotto è uscito dal cassetto e, come si può vedere dai versi appena battuti, ha ben pensato di farsi una passeggiata sulla tastiera. E' un'anima in pena: entra ed esce dal cassetto).
Guardo dentro i cassetti del frigo e del freezer. Insalata (quella non manca mai) e fagiolini surgelati (neppure quelli). Ma nient'altro. O meglio: c'è sempre quel tocchetto di grana ormai cristallizzato. Tre carote con già la barbetta che inizia a crescere. Uno yogurt greco. Un brick aperto del latte. Burro. E sulla porta frigo anche le creme rinfrescanti per le gambe affaticate che tengo lì tutto l'anno e che quando servono non uso perché le gambe sono talmente stanche che non ne hanno alcuna voglia di portarmi in cucina per aprire il frigo, prenderle e spalmarmele. Così stanno sempre lì da anni. Inutilizzate. Ma per cena non sono buone... Almeno credo).


Insomma, l'ora di cena è sempre un problema. Il frigo è sempre vuoto. Bisogna sempre ricorrere alle patate. O alle uova (di quelle ne ho sempre data la mia passione per i dolci). O alle scatolette di tonno (#santesubito).
Ma il mistero resta. E si infittisce se a ciò si aggiungono anche i vari Tupperware che la generosa nonna ci porta quasi quotidianamente, perennemente preoccupata che in casa nostra si possa morire di fame
("ma oggi il pranzo ce l'hai?
Perché io ho preparato giusto giusto delle polpette,
delle bietole,
dei peperoni al forno,
dello spezzatino con le patate,
due frittatine;
uno sformato di zucchine e formaggio,
un paio di patate al forno...
...
...
...
...
...
me ne è avanzato un po'").
Esatto!
Nonostante tutto 'sto bendidio... il pasto serale resta frugale per carenza di materia prima.
E stasera uguale.
Mi sa' che adesso cerco su Google "ricette appetitose con creme defatiganti".
Chissà che la serata non decolli!