venerdì 8 novembre 2024

Sono appena rientrata dal medico (vaccino antinfluenzale) e in giro c'erano persone, facce, visi, gambe, braccia...

Quando cammino in mezzo alla gente, soprattutto la sera, quando la si passeggia senza una meta, guardandosi un po' attorno, mi sento sempre come un essere intruso. un marziano che tutti guardano. Quando nessuno neppure mi vede. La sensazione è quella di quei sogni in cui sai di essere nuda e ti ritrovi ad una festa o scuola o ad un incontro di lavoro importante... e tutti, assolutamente vestiti, ti guardano e ridono o parlottano tra loro dandoti della pazza... o peggio della esibizionista.

E' raro che io mi senta a mio agio tra le persone. 

La sera soprattutto.

La sera per me è un momento difficile perché è come se il mio ruolo nel mondo perdesse di significato. La sera, ancor più la notte, è fatta per distrarsi, per il divertimento, per il "non necessario" ed io mi sento un pesce fuor d'acqua.

La sera ho sempre fretta di tornare a casa come quei topi che scappano lungo i muri per rintanarsi nella loro tana.

Eppure guardo le sere degli altri con invidia. Vorrei anche io essere capace di vivere delle ore senza uno scopo preciso se non quello di stare tar la gente e guardarsi attorno, magari spettegolando mentre sorseggio o mangio qualcosa. 

Magari vestita elegante, truccata. Con dei tacchi. Ed una borsetta luccicante. 

Non ci riesco. Mi viene la stanchezza solo a pensarci.

Potrei farlo, per poco tempo, soltanto in una città diversa dalla mia. Dove non corro il rischio di incontrare persone che conosco. 

E' come se fossi intrappolata in un ruolo che mi sono costruita nel tempo e che forse vedo solo io. Ma ormai questa persona (nel senso latino del termine) è talmente radicata in me che ho vergogna (sì, esattamente vergogna) e paura al tempo stesso di sradicarla e far uscire qualcos'altro. Che peraltro non conosco.

E poi ormai è tardi. Farei ridere vestita elegante con tacchi, trucco e parrucco. 

Ho il senso del ridicolo verso me stessa molto sviluppato.

Mi vedo: non potrei mai. Sembrerei mascherata. Mi manca le physque du rôle. Non l'ho mai avuto... figuriamoci adesso a cinquant'anni suonati.

Penso che tornerei stanchissima per la tensione accumulata a recitare un'altra parte così distante dalla me che ormai è ciò che sono.

Pazienza. 

Dico pazienza perché mi sembra di non star vivendo davvero. 

La mattina mi alzo con una buona dose di ottimismo ed energia ma poi, dopo poco, la mia giornata è un susseguirsi di ore in un countdown che mi deve portare al più presto alla notte per andare a dormire e potermi finalmente dire: anche questa è andata.

Quando avrò il coraggio di vivere tutte le ore? Me lo chiedo da anni ed ogni volta che mi sento un po' più sicura di me penso "nei prossimi giorni lo faccio"... ma poi il fatidico giorno arriva e non ci riesco. Inizio a star male dalla mattina al pensiero. E ci rinuncio.

E mi rifugio nella mia odiata/amata zona di comfort (detesto questa espressione ma rende perfettamente l'idea) al riparo da tutto e da tutti. Cioè dalla vita stessa.

Guardo dalla finestra gli altri aspettando che giunga quel momento in cui non avrò più paura; ma il tempo scorre veloce e la vita mi passa avanti e sono sempre più consapevole che questo coraggio non lo avrò mai.

giovedì 7 novembre 2024

Un birillo

E' da mesi che non scrivo e non sono sicura neppure oggi di riuscire a completare queste righe e a buttar giù i pensieri che mi frullano in testa come ali di un uccello impazzito.

Sono successe tantissime cose. Non ho neppure, ancora, la forza di scriverle perché le ho già raccontate e dette migliaia di volte, tante che stanno quasi perdendo di consistenza e diventando normali. mentre non lo sono . ma non ho neppure voglia di pensare al fatto che nulla di quanto mi sta accadendo sia normale. La stanchezza mi prende allo stomaco e sale lentamente sino alla gola e poi più su. Poi la sento anche nelle ginocchia. E nei piedi. Anche alzarsi dal letto diventa un impegno perché mi sembra inutile.

Questo pomeriggio mi sentivo così ma poi mi sono alzata più perché devo muovermi che per il desiderio di farlo. Ormai non faccio più nulla. Porto il cane e le solite cosette di casa. Poi stop. Divano, letto - letto, divano.

Mi hanno proibito salti, pesi... tutto quello che mi faceva sentire normale. Potrei fare il pilates o lo yoga. Mi viene un nodo in gola. 

La terapia non ha funzionato. Sì, proprio quella terribile che mi faceva stare tanto male. Nulla. Tutte le metastasi sono aumentate numericamente e ridimensioni sia nel fegato che sulla colonna vertebrale. Un bell'affare.

Ho cambiato terapia. Faccio la metronomica-VEX che dovrebbe ridurre gli effetti collaterali: ma io ho mal di stomaco, nausea e bruciore all'esofago praticamente fisso. Proprio bene.

Nel frattempo anche mio marito si è ammalato. Non ne volevo parlare ma sono qui. Se lo sto scrivendo vuol dire che era il momento. A metà giugno - dopo un mese d'inferno con lui immobile sul divano perché ad ogni minimo movimento del capo perdeva l'equilibrio e cadeva per le vertigini - gli hanno diagnosticato un tumore al polmone ormai metastatico (cervello, fegato, ossa, surrene). 

In questa estate calda come non se ne vedeva da tempo siamo andati e tornati da Verona (dove lo hanno operato d'urgenza al cervello) mentre io ancora facevo quella simpatica chemioterapia, subendone tutti gli effetti collaterali, convinta che funzionasse...

Invece quello che mi ha lasciato è stata una bella embolia polmonare dovuta ad una trombosi venosa profonda alla gamba destra derivante dal PICC PORT che mi avevano inserito proprio per fare la chemio "serenamente". Anche stavolta "presa per i capelli" mi hanno ricoverato d'urgenza e dopo 5 giorni mi hanno dimessa.

Mio marito sta decisamente meglio. La sua chemio sta facendo effetto e questo mi rende felice perché almeno uno dei due ce la deve fare.

Tra un paio di settimane sarò a Milano per il centraggio perché mi hanno detto di fare radioterapia su due vertebre.

Prima saremo a Verona per controllo neurochirurgo di mio marito.

Sono stanca.

Non ho fatto neppure 5 minuti di mare quest'estate. Neppure una volta.

Non faremo viaggi... com'era tradizione per il compleanno di mia figlia (quest'anno 18 anni!).

Non posso più allenarmi.

Mi sento come un birillo. Può bastare un piccolo spostamento d'aria e potrei cadere.