domenica 31 ottobre 2021

Piove…

Piove, eccome se piove. Piove da ieri sera quasi ininterrottamente. Non fa freddo ma uscire è impossibile. Penso ai turisti che sino a due giorni fa se ne stavano spaparanzati al sole in spiaggia... 

Il cambio di stagione l'avevo già fatto in vista dell'imminente viaggio in Irlanda (dove piove già da tempo) ma non mi aspettavo un autunno così improvviso. Forse è meglio così. Temo un po' per il mio umore tendenzialmente malinconico, ma era giunto il tempo: sulla carta è autunno da più di un mese!

Ma c'è un fatto nuovo che mi preoccupa particolarmente... una splendida follia che ho fatto circa un mese fa sull'onda emotiva di un desiderio di "avvolgente morbidezza": ho preso un cucciolo di Shiba Inu. Arriverà (o meglio andremo a prenderlo) tra due settimane circa. E' una meraviglia. Bello come il sole. Teneroso. Tutto ciò che cerco, lui ce l'ha. 




Ma sarò all'altezza? 

Io ho vissuto sempre con i gatti. Sin da piccola i gatti, con pause più o meno lunghe, hanno sempre fatto parte della mia vita: li conosco. Possono sorprendermi alle volte, ma in genere posso prevedere come sarà la convivenza con loro. 

Ma un cane? Con tre gatti? Due figli ed un marito (quest'ultimo totalmente contrario, ma si sa, la maggioranza vince...)?

Ed ecco che da settimane non dormo bene la notte e mi sveglio la mattina con un peso sul cuore (una sensazione di ippopotamo seduto sul petto) che mi taglia (non toglie, proprio taglia) il respiro che esce fuori a pezzetti intervallati da profondi sospiri che fanno quasi male.

Credo sia l'ansia.

E io che pensavo fosse la terapia! Sicuramente anche questa non aiuta (ho l'emoglobina sotto le scarpe...) ma credo che sia proprio ansia. Paura dell'ignoto.

Continuo a guardare video che parlino di Shiba Inu e della convivenza. Leggo, spulcio, mi informo... ma la paura resta. Cavolo se resta!

Non vedo l'ora di abbracciarlo. Io spero che tutto il timore si scioglierà come neve al sole quando lo stringerò a me. 

Ho proprio bisogno di un tipetto così ma, come sempre è stato per me, tutto ciò che non conosco mi mette in uno stato di angoscia da cui esco fuori soltanto dopo averlo affrontato (quando ho il coraggio di farlo) tanto da spingermi a dire (quasi) ogni volta "meno male che l'ho fatto! Cosa mi sarei persa!".

Della serie: "uno schiaffo per andare e cinque per tornare".

Comunque.

Sarà quel che sarà. Lo amerò incondizionatamente come amo Biscotto, Lancillotto ed Ulisse. Crescerà con me (perché io devo ancora crescere, e non poco!) e diventeremo una bella squadra. 

Sì, andrà tutto bene.

Mi dovrò adattare un po' al disordine e, forse, alle fughe pazze dei gatti anche se lo Shiba è stato scelto proprio per il suo temperamento molto simile a quello dei gatti (lo chiamano anche "cane-gatto) e alla sua predisposizione innata alla convivenza con i felini domestici. Incrocio le dita.



Uno dei tre adesso è qui accanto a me? Quale? 

si accettano scommesse... 

Biscotto. Lui. La mia ombra. Da quando apro gli occhi a tarda sera. 



Lui si fida di me e questo mi fa sentire fiera perché Biscotto non è un gatto per tutti. E' estremamente selettivo. Diciamo talmente selettivo che ha scelto soltanto me. E sono soddisfazioni.

Il tempo uggioso ma profumato di foglie bagnate e mare agitato mi ha fatto venire voglia di torta di mele renette e cannella.

Ed ecco qui la ricetta veloce e semplicemente semplicissima:

600gr di mele renette (350 gr una volta mondate),

scorza grattugiata di 1  limone bio

50 gr di noci tritate al momento

200 gr zucchero (ottimo anche quello di canna)

3 uova

70 gr. di burro morbido morbido

125 yogurt bianco

200 gr farina 00

16 gr lievito per dolci

cannella in polvere

burro e farina q.b. per imburrare ed infarinare la tortiera.

Procedimento.

Tagliate a rondelline le mele sbucciate e private del torsolo e mettetele da parte.

Mettete praticamente tutti gli ingredienti assieme in un buon mixer o impastatore per torte (il Bimby per queste cose è il TOP) e frullate tutto fino a che diventi il più omogeneo possibile (tenendo presente che ci sono le noci tritate quindi non potrà venire perfettamente liscio).

Prendete la teglia (mentre già avrete acceso il forno statico a 180), imburratela molto bene e infarinatela.

Mettete la metà del composto nella tortiera; e sopra ancora metà delle mele a fettine sparpagliate nel modo più omogeneo possibile. Cospargete di cannella a gusto personale.

Pii ripetete: altra metà del composto e altra metà delle mele e la cannella.

In forno per 40/45 minuti: fate la prova stecchino perché potrebbe volerci più tempo. Qualora così fosse, abbassate la temperatura a 160 e mettete un foglio di alluminio sopra la torta affinché non si brucino le mele. 

Quando è pronta lo stecchino verrà fuori asciutto.

Attendete prima di buttarvici sopra: deve raffreddare...






Secondo me è perfetta anche come dessert accompagnata da gelato alla vaniglia/fior di latte o dalla divina creme fraiche francese.

Accendete il camino, qualche candela alla cannella e anche quella vecchia abat jour con l'orsetto teddy che legge seduto su una pila di vecchi libri di quando eravate bambine  di cui non sapevate che farvene... tipo questa 

 

Un buon romanzo, tre gatti ed un futuro cucciolo di Shiba nel cuore. 

La felicità esiste ed è a portata di tutti.

martedì 19 ottobre 2021

In the middle of nowhere

Sono stufa. Esausta e anche con le batterie un po' scariche. Probabilmente avrei bisogno di un ritiro Zen in qualche luogo sperduto a nutrirmi solo di potages, tisane e bacche. Con i gatti. Quelli li porterei tutti e tre perché emanano energia positiva e su di me hanno un effetto ansiolitico incredibile. Non solo ansiolitico: proprio calmante. Mi cambiano l'umore. 

Quindi ricapitolando: ritiro Zen in "the Middle of Nowhere" con i miei tre gatti a nutrirmi di radici, bacche, tisane e zuppine.  Forse quest'ultima opzione non funzionerebbe alla lunga. Facciamo che questo sarebbe il menu del primo giorno. Disintossicante. Poi potrei ingerire anche cose più solide e saporite. L'importante è andare lontano...

Dove le persone ti sorridono per salutarti ma non ti rivolgono mai la parola. Ognuno vive per sé e da sé. 

Si legge, si ciondola su un'amaca, si osservano sdraiati sull'erba soffice le nuvole che si rincorrono. 

La sera (dalla seconda ovviamente) con uno spritz accanto (rigorosamente autogestito) ci si lascia cullare dalla luce morente del sole al tramonto e poi si osservano le stelle che piano piano si accendono nel cielo. Una ad una...

Una copertina sulle spalle. Una dondolo ed un buon libro. E i miei tre gatti acciambellati accanto. Nient'altro.

Nessuna voce umana. Solo il cinguettio degli uccelli, il frinire delle cicale, il fruscio delle foglie accarezzate dal vento sugli alberi; lo sciabordio delicato dell'acqua che scorre non lontano da me

L'umanità è proprio un flagello.

La Natura sarebbe un Paradiso senza di noi. L'hanno detto in tanti e la frase può quindi apparire scontata ma quando ci si sente sommersi sino al collo (e oltre) non lo è più. Diventa il ramo cui appigliarsi mentre si scivola via tra le rapide di una cascata. L'oasi, la zattera... 

la mano di un amico. Già.

Sì, sono un pochino stanca. I motivi sono molti e nessuno. Niente di veramente serio se guardo alle cose del mondo. Ma nel mio piccolo mondo egoista, mi soverchiano.

Passerà anche questa giornata e domani sarà meglio. Perché ogni giorno è una scommessa con me stessa sin da quando apro gli occhi.

A volte vinco, spesso perdo. Ma bisogna continuare a giocare...


*******    *******    *******    *******    *******    *******    *******    *******


Ho fatto comunque una torta perché volevo sentire il profumo delle mele e della cannella...

ed ecco la torta sbriciolata alle mele.

Lascio la ricetta, il link come sempre, per fare le cose davvero per bene!

https://ricetta.it/torta-di-mele-sbriciolata

Torta prima dell'infornata.











domenica 17 ottobre 2021

Figli


Credevo che oggi sarebbe stata la giornata perfetta. Era iniziata bene: risveglio naturale (o quasi, perché Ulisse, lo scottish fold, deve sempre far presente che esiste con i suoi insistenti e "simpaticissimi" miagolii mattutini); mamma e papà che, di ritorno dalla Messa del mattino, fanno un salto da me per un caffe ed una fetta di torta frolla e nutella (non una delle mie migliori performance visto che sembra più un biscottone - anche un po' duretto - che una frolla vera e propria: diciamo che è perfetto per l'inzuppo selvaggio); pulizie domestiche forti, di quelle settimanali dove raschio tutto il raschiabile; almeno quattro bucati (togli e metti dalla lavatrice alla asciugatrice) ed infine il pranzo (avevo già una mezza idea di cosa preparare e quindi ero tranquilla: ci avrei messo poco perché, fatta eccezione per i dolci, ODIO profondamente cucinare).

Ero un po' stanca ma sapevo che avrei potuto riposare un po'.
Ma il pomeriggio è stato un calando. L'umore di parte della famiglia non era al massimo e, nonostante io cercassi di tirare su il livello di endorfine e serotonina tra le sinapsi dei cervelli presenti, anche qui il risultato è stato molto simile alla frolla con Nutella. Un mezzo disastro.
Ho letto e riposato con il pensiero proiettato nel pomeriggio che mi attendeva per fare ciò che desideravo fare, almeno nella seconda parte della serata: prima dovevo stirare la montagna di biancheria creatasi con l'attività mattutina e poi, FINALMENTE, blog e tapis roulant.
Ma non è andata così. 
Tutto è iniziato con il coniuge taciturno e sbuffante che ha acceso la mia spia di guardia "bip bip bip: malumore ingiustificato in arrivo". Poi la figlia con problemi di matematica, a suo dire, incomprensibili. Lì il livello di guardia si è fatto "giallo". Ho provato ad aiutarla ma dinnanzi a me avevo le Porte Scee: invalicabili. Poi il francese, con gli esercizi che erano "troppi, troppi, li faccio dopo". Ho provato un paio di volte a propormi con pazienza poi l'embolo è partito anche a me. E a lei le lacrime. ALLARME ROSSO.
Il mio cuore pertanto si è fatto minuscolo: un pugnetto sufficiente giusto per un paio di respiri. Avrei voluto farle tutti i compiti del mondo. Quelli presenti, futuri e anche quelli passati, se necessario. Pur di vederla serena e sorridente. Ho provato ad abbracciarla mentre le lacrime le rigavano il suo bel visino che ancora porta i contorni morbidi dell'infanzia appena terminata. Ma non voleva. 
"Mi alzo la mattina solo per voi, per te e per nonna che siete le uniche che tenete a me" sussurra.
Ho acceso la ghirlanda di lucine nel terrazzo, mentre il tramonto colorava il cielo di rosa, per darle quella serenità che queste cose sono in grado di dare a me. Ed un po' ha funzionato. Poco. Molto poco. Ma ha finito di piangere, almeno. 
I figli. Un dono tanto prezioso quanto fragile.
Come mi devo comportare? Io non so più cosa sia giusto e cosa sia errato nell'educazione e nel rapporto con i miei figli.
Non credo nella severità tout court. Ma neppure nel genitore amico anche se questo può consentire al figlio di aprirsi con maggiore disinvoltura e con minore paura di essere giudicato. Non mi si parli della via di mezzo perché è una utopia: l'unico risultato è apparire schizofrenica. Un attimo prima mamma tigre e quello dopo chioccia. Che credibilità ne avrei? 
Io allora annaspo.
Nuoto a cagnolino nel mare della quotidianità. Niente stile libero, né farfalla, né delfino.
Agito le braccia e batto i piedi cercando di raggiungere il traguardo e toccare terra col minor danno possibile. Ma sarà così? 
Ogni mia parola, ogni mio gesto, ogni mio rimprovero, ogni mio sbotto, come si ripercuoteranno domani sui miei figli? Quanto incideranno sul loro futuro? Sul loro approccio alla vita? Agli altri? Lasceranno delle ferite alcune mie parole dette senza neppure crederci ma solo sull'onda della esasperazione?
Sono sicura di aver già fatto tanti danni e non vorrei farne altri ma non so come fare. 
Vorrei che a giustificarmi bastasse l'aver agito in buona fede. Ma non è così. 

E niente.

Oggi va così. Sono quasi le otto di sera.

Non ho stirato, non ho fatto il tapis roulant ma sono riuscita a buttare giù queste righe che spero siano in grado di alleviare almeno un poco la tristezza che sento dentro nel vedere i miei figli soffrire, anche per cose apparentemente stupide.
Ringrazio Biscotto che è qui vicino a me da quando mi sono seduta, acciambellato come lui solo sa fare. 
Ringrazio il cielo che sta diventando di un misterioso blu cobalto che mi ricorda tanto il colore del fondale che usavamo nel presepio quando ero bambina e che mi faceva sognare con la sua stella cometa e le stelline tutte cosparse di brillantini.
Ringrazio il profumo di mare e di umido che viene da fuori mescolato a quello della legna bruciata delle pizzerie qui attorno.

Ringrazio perché domani ci sarà concessa un'altra possibilità per imparare. Migliorare.

E per realizzare i nostri sogni.

martedì 5 ottobre 2021

Una preghiera spontanea

Era da un po' che non ritornavo in questo mio piccolo rifugio. Ci sono stati momenti in cui avevo quasi un tremolio alle mani dal bisogno che avevo di scrivere ma poi c'era sempre qualcos'altro che mi distraeva  o mi impegnava e dovevo rimandare. Oggi ho un pomeriggio decisamente più soft e posso permettermi questo lusso.

La temperatura esterna pare stia calando e l'autunno sembra finalmente essere alle porte con i suoi colori ambrati e caldi e i suoi profumi confortanti di legna arsa, terra, aria fresca e lapis appena temperate.

Lo scorso weekend sono stata in un posto magnifico e mi sono ritrovata spesso a pregare senza un motivo preciso se non quello di una lode di ringraziamento che saliva alle labbra senza quasi accorgermene.

La Natura può essere davvero stupefacente.

Non so se sia mai capitato ad altri ma a me viene come una vertigine, una sensazione di completezza e di pace che mi fa desiderare di essere esattamente lì dove mi trovo e di non aver bisogno di altro.

E allora penso che questo sia il Paradiso che ci attende. La perfezione della pace interiore che non chiede altro perché altro non potrebbe desiderare: è tutto lì. 

Mi accade anche in momenti meno "alti", ad esempio quando, dopo una serata a fare pulizie, ramazzare, strofinare, impastare, infornare e sfornare... la casa è finalmente ordinata. 

Accendo alcune candele e le mie lampade da lettura. Nell'aria aleggia un buon profumo di biscotti appena sfornati e i miei gatti sono acciambellati qua e là. 

Tutto sembra essere esattamente dove deve essere. Tutto ha un senso preciso ed io mi ci calo anima e corpo e ritrovo quella serenità che normalmente è così difficile da afferrare.

Peccato che l'incanto spesso venga interrotto da un senso di colpa che si insinua prima nel cuore e poi nella mente e che mi fa percepire come una egoista che non pensa al prossimo e che si crogiola nel suo orticello.

Mi chiedo allora chi è che mi parla in quel momento frantumando la mia serenità appena conquistata.

La coscienza? Dio? L'educazione? 

Non lo so. Ma è una voce chiara, dolce ma ferma. 

E non è possibile ignorarla. 

Allora vorrei aprirmi, aiutare chi sta male, chi soffre ma sento le gambe instabili, le braccia pesanti e le mani deboli. La sensazione che non ce la posso fare. La rabbia e la frustrazione di sentire quella voce e di non avere il coraggio di seguirla.

E mi nascondo dietro la mia malattia. Dietro una famiglia da seguire. Dietro la stanchezza...

Prego che la mia fede cresca e che questa voce non si stanchi mai di spronarmi perché magari un giorno avrò la forza di alzarmi e di ascoltarla sino in fondo.











In considerazione del fatto che questo blog nasce dall'idea che sfornare può esser terapeutico... ecco i miei ultimi biscotti che hanno riscosso grande successo e che sono semplicissimi da fare e ottimi da gustare così, nature, o sbriciolati in un soffice yogurt bianco o inzuppati in un profumatissimo tè al bergamotto.


Lascio il link perché le ricette non sono mai "farina del mio sacco" (mai espressione fu più azzeccata!) e alcune foto del mio piccolo paradiso domestico con i biscotti avena e noci pecan in primo piano.