mercoledì 14 giugno 2023

La quadratura del cerchio è una bazzecola a confronto

Cacchio sono trascorsi due mesi dall'ultima volta che ho scritto. Anche oggi come allora sono in procinto di fare la chemio ed ora come allora questo è e resta l'ultimo dei miei pensieri.

Piove da stamattina e questo è un bene per me: mi piace sentire il rumore della pioggia e la sensazione salubre che mi da il profumo di asfalto e di terra bagnati. 

Ma come ogni buon cane che si mangia la coda (o forse sarebbe più confacente "uccello in gabbia muore dalla rabbia, uccello fuori muore dai dolori"?) la pioggia mi immalinconisce. Dolcemente, ma sempre di malinconia si tratta.

Il problema in realtà è la stanchezza: come flash a volte mi tornano in mente momenti della mia vita passata (parlo di una ventina di anni fa) in cui avevo energie da vendere. Voglia di fare, di girare, di rigirare... e adesso faccio fatica quando scendo dall'auto ed entro in casa. Mi devo sedere sulla sedia e riprendermi. Mi sento spossata.

Vorrei fare ma... non ce la faccio. Sino a qualche anno fa ero un treno. Pulivo casa mia, le case che affitto e riuscivo anche ad allenarmi tutti i giorni, a fare le commissioni, a fare i dolci, a pensare alle cose dei ragazzi e del marito... tutto nella stessa giornata!

Adesso mi stanco subito. Proprio mi devo sedere come se non ne avessi più per andare avanti. Poi mi riprendo, ma intanto passa il tempo.

Sarà la terapia. O sarà la mia testa che più vado avanti e meno ho voglia di ... andare avanti?

Immagino entrambe, senza neppure scervellarmi per capire quale venga prima e quale dopo.

Tra l'altro che senso avrebbe? Tanto dell'una non posso fare a meno e la seconda me la trascino dietro nonostante tutti gli sforzi di trovare la quadra di un cerchio che non ne vuole proprio sapere.

Già, sono stanca. Adesso per esempio ho gli occhi pesanti ma non dormirei: sono le 17.14. E' un orario normale per avere sonno? No. E' che non vedo l'ora che arrivi l'ora di cena, per mangiare (pensiero ossessivo) e per andare a dormire. Far terminare un'altra giornata. E dire "anche questa è andata. Avanti la prossima".

Mi sento sola. Ma non ho realmente desiderio, ne voglia di vedere ne di stare con alcuno. 

Vorrei che le mie giornate fossero di 14 ore. Otto le passerei a dormire. Poi mi alzerei a portare fuori il cane, la mattina presto. Rientro: caffè e riordino casa, veloce. Subito dopo vorrei che fosse già l'ora di pranzo (in tutto dovremmo essere arrivati a 11 ore). Poi riposino con libro. Alzarmi, cenare e tornare a dormire. Forse 14 ore son anche troppe.

Depressa? 

Non lo so. Non credo... 

E' vero che tutte le cose che faccio, le faccio più per impegnare il tempo e non lasciare che rischiosi vuoti mi risucchino... o per cercare di far stare sereno chi mi circonda (e qui mi riferisco ai viaggi, allo shopping, alla cucina...).

Io non ho dei veri e propri desideri per me.

I miei sono più desideri riflessi. Desidero che tutti siano soddisfatti e vorrei essere capace di far fronte ai desideri di tutti e realizzarli sempre. Ed è qui che la stanchezza sta diventando un ostacolo insormontabile. Prima almeno ce la facevo: non mi andava di fare certe cose perché il desiderio non era il mio ma la tranquillità di vedere la persona serena mi ripagava e così lo facevo. Adesso non ci riesco più, o comunque non più come prima e questo mi abbatte parecchio. 

Che casino.

La quadratura del cerchio a confronto è una bazzecola.

Meno male che ho questo piccolo spazio tutto mio. E' una consolazione immensa.