Sinceramente più volte mi sono avvicinata al pc; ho aperto il blog e ho iniziato a scrivere... ma poi ho cancellato tutto.
Non saprei dire la ragione. Ma è andata così. Anche la produzione dolciaria ha un po' risentito di questo mio stato d'animo...ondivago.
Ciò non vuol dire che non abbia sfornato, eh! non sia mai...
Alla fine posterò un po' di cosette che ho fatto "nelle more" come direbbe un giurista (cosa che sulla carta nonché secondo la targa nuova, affissa proprio ieri accanto al portone del mio studio, sono ancora...).
E poi sono successe tante cose!
Una settimana dopo la festa di compleanno della mia princess sono stata a Milano alla visita di controllo dal chirurgo plastico. Tutto bene.
Però vuole intervenire ancora per migliorare l'estetica e così sono in lista per un altro intervento...
Mi ha detto entro l'estate. Chissà.
Ma a me ciò che più importava era che mi dicesse che potevo riprendere a fare attività fisica liberamente.
Già. Sembra paradossale ma nonostante tutto l'AMBARADAM che è successo... le mie pippe mentali su cibo/ginnastica/grasso/magro/bello/brutto restano integre come e, forse, più di prima.
Ma questo è un argomento che magari tratterò più in là.
Ora non è il momento; sono troppo coinvolta stasera... troppo in bilico. Preferisco soprassedere.
Poi c'è stato Natale, Capodanno... le Feste insomma. Quelle con la "F" maiuscola.
Occasione per stare assieme ma anche per riflettere e fare bilanci.
Lo so, lo so... mai fare i bilanci. Tanto non servono a nulla e poi, per chi è un po' malinconico come me, il risultato non è mai soddisfacente.
Ed infatti se penso a questo anno passato vedo un sacco di cose ma l'aspetto è quello di un centrifugato.
Una poltiglia di cose, fatti, sensazioni... senza capo ne coda.
E più mi allontano e più vedo tutto male, sfuocato.
Normalmente avviene al contrario: osservare le cose a distanza (di tempo o di spazio) porta a vedere l'insieme con maggiore lucidità ed obiettività.
A me no.
A me la "distanza" questa volta sta facendo l'effetto inverso. Anziché "staccarmi", mi aggroviglio sempre di più.
I fatti, le cose, le sensazioni, le paure... mi si attaccano addosso. Come l'impasto delle frittelle: lo levi da una mano e ti si appiccica all'altra.
Ed è sempre più difficile.
Perché almeno "prima" avevo la "scusa" della malattia. Ma adesso? Adesso le persone mi chiedono "tornata al lavoro?".
Giustamente mi dicono "ti trovo bene, dai...".
Ma io invece come sto?
Sono tornata al lavoro?
Ecco... ehm... veramente io...
Devo essere sincera?
Sono in un punto non meglio precisato (né, ahimè, precisabile) di un grosso gomitolo di cui non si trova neppure il bandolo...
Insomma sono in alto mare.
La riva mi pare di scorgerla ma non sono sicura che sia realmente tale o se sia invece il riflesso di qualche nuvola...di passaggio. O anche di un raggio di sole, perché no.
Perché di progetti ne faccio.
Di nuvole che attraversano il mio cielo ce ne sono...
Ma non sono in grado di capire se siano intenzioni concrete o rocambolesche (e più o meno inconsapevoli) vie di fuga da una realtà che non mi appartiene ancora come vorrei.
E così, nelle more, friggo graffe napoletane (senza patate)...
Ecco parte di ciò che ho fatto in questi due mesi... non c'è tutto ma una buona rappresentanza.
